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Paura e coraggio: un viaggio oltre i limiti

Immagine del redattore: Miriam CurtiMiriam Curti

Ci sono momenti nella vita in cui ci troviamo a riflettere e a chiederci: “Sto davvero vivendo la mia vita?” Non è una domanda semplice, perché spesso ci scopriamo sospesi tra due forze contrapposte: la paura di fallire e il desiderio di essere autentici. Nel corso del mio lavoro ho fatto esperienza di quanto sia comune questo conflitto interiore. E proprio pensando a questa dinamica, mi è tornato in mente un libro che credo sappia parlare al cuore con un linguaggio davvero semplice: "Il gabbiano Jonathan Livingston" di Richard Bach. Attraverso la storia di un gabbiano che osa sfidare le convenzioni del suo stormo, Bach ci consegna una metafora potente e universale. Una storia che racconta il coraggio di inseguire i propri sogni, anche quando il mondo sembra remare contro.

La paura di essere diversi.

Nel mondo di Jonathan Livingston, i gabbiani seguono regole rigide. Volano per sopravvivere, nulla di più. Per loro, volare è un mezzo, mai un fine. Ma Jonathan è diverso. In lui c'è un richiamo che non può ignorare: vuole volare per la gioia di farlo, per scoprire quanto lontano possa arrivare.

Eppure, questo desiderio lo porta a scontrarsi con una delle paure più profonde: l’esclusione. Essere diverso significa rischiare di perdere il calore del gruppo, di ritrovarsi soli. La psicologia sociale ci insegna che il bisogno di appartenenza è uno dei pilastri dell’essere umano, un bisogno fondamentale per arrivare al benessere emotivo. Questa paura, radicata nelle nostre origini, nasce dal senso di sicurezza che solo il gruppo poteva offrire. Quante volte, nella nostra vita, abbiamo rinunciato ai nostri sogni per paura di essere giudicati? Quante volte ci siamo adattati per sentirci accettati?

Il coraggio di seguire il proprio cuore

Jonathan, tuttavia, non si lascia bloccare. Anche quando viene esiliato dallo stormo, sceglie di seguire il proprio cuore. All’inizio il peso della solitudine è grande e la paura gli sussurra che forse ha sbagliato. Ma lui persiste e, in questo viaggio solitario, scopre qualcosa di straordinario. Ogni battito d’ali lo avvicina alla libertà, ogni nuova tecnica di volo lo spinge oltre i limiti che credeva invalicabili.

Da un punto di vista psicologico, il percorso di Jonathan incarna il principio dell’autodeterminazione. La teoria di Deci e Ryan ci ricorda che l’autonomia è fondamentale per il nostro benessere: siamo autenticamente felici quando seguiamo ciò che sentiamo profondamente nostro, anche a costo di affrontare difficoltà. Jonathan ci insegna che il coraggio non è assenza di paura, ma è la capacità di andare avanti nonostante essa, trasformandola in una spinta verso la crescita.

Una lezione universale

Alla fine, Jonathan scopre che il suo volo non è solo per lui. Il suo esempio diventa fonte di ispirazione per altri gabbiani, che iniziano a sognare un cielo più vasto. Questo riflette uno dei principi più belli della psicologia positiva: il potere trasformativo dell’esempio. Quando qualcuno ha il coraggio di vivere autenticamente, diventa una luce per chi lo circonda.

Anche noi, come Jonathan, possiamo scegliere. Possiamo restare legati alla sicurezza delle abitudini oppure possiamo trovare il coraggio di inseguire ciò che amiamo. Perché il coraggio di uno può aprire strade nuove per molti.

La paura è una compagna inevitabile, anche necessaria per certi versi (come tutte le emozioni), ma non deve diventare un limite. Il coraggio è scegliere di andare oltre, di crescere attraverso il rischio, di scoprire chi siamo veramente. "Il gabbiano Jonathan Livingston" non è solo una storia di volo ma è un invito a guardarci dentro e a trovare, in noi stessi, la forza per sfidare il cielo.

Vorrei chiudere questa riflessione con alcune domande intime che possono guidarci:

·        Quali sono le paure che mi trattengono?

·        Ho il coraggio di ascoltare davvero ciò che desidero?

·        Quanto lontano potrei volare, se smettessi di temere?




Dottoressa Miriam Curti

Psicologa Cognitiva, Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale.


 


Fonti

Autin, K.L. et al. (2021) ‘Basic psychological need satisfaction, autonomous motivation, and meaningful work: A self-determination theory perspective’, Journal of Career Assessment, 30(1), 78–93. doi:10.1177/10690727211018647.

Chen, B. et al. (2014) ‘Basic psychological need satisfaction, need frustration, and need strength across four cultures’, Motivation and Emotion, 39(2), 216–236. doi:10.1007/s11031-014-9450-1.

Deci, E.L., Olafsen, A.H. and Ryan, R.M. (2017) ‘Self-determination theory in work organizations: The state of a science’, Annual Review of Organizational Psychology and Organizational Behavior, 19–43. doi:10.1146/annurev-orgpsych-032516-113108.

 
 
 

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